Al via “Di voce in voce…”: l’impegno civile sale sul palco

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Roberto Lottini

teatro studio - che differenza faQuattro spettacoli di profondo impegno civile, incentrati su tematiche di stretta attualità ed arricchiti da dibattiti per interagire con il pubblico e far riflettere sulle problematiche che affliggono la nostra società.

E’ il programma offerto da “Di voce in voce…”, la rassegna organizzata dal Teatro Studio, il laboratorio teatrale per adulti, ragazzi e bambini che svolge la sua attività e mette in scena i suoi spettacoli nei locali dell’Arci di Spazio 72, in via Ugo Bassi, a Grosseto.

La manifestazione si svilupperà da sabato 30 novembre a domenica 18 maggio, con quattro rappresentazioni basate sugli stereotipi di genere, sulla violenza sulle donne, sullo sfruttamento dei lavoratori e sulle morti bianche, sulla clandestinità e l’immigrazione: storie di ordinaria quotidianità, di figure femminili, di pace e di uguaglianza tra i sessi che si pongono l’obiettivo di abbracciare un pubblico il più vasto possibile.

Proprio per questo, la rassegna dedica i suoi spettacoli agli studenti delle scuole cittadine, dai bambini delle elementari agli alunni delle superiori, ma anche agli adulti e alle famiglie.

Protagonista sarà anche il pubblico stesso, che al termine delle performance potrà esprimersi e confrontarsi con gli attori, gli autori e i mediatori invitati, sui contenuti proposti.

Gli spettacoli sono curati e interpretati da attori, musicisti e ballerini professionisti locali o toscani, provenienti da diverse realtà artistiche, oltre che dal laboratorio e dalla compagnia del Teatro Studio, impegnata da oltre venti anni con i suoi allievi su diversi palcoscenici: nei teatri come per strada o nelle piazze, fino alle rappresentazioni tra le rovine delle antiche città etrusche e romane.

Vogliamo dare spazio alla nostra voce di maremmani, di uomini e donne, di artisti, scrittori, musicisti e di persone comuni che vogliono confrontarsi su temi che riguardano la storia, la memoria, l’arte e vogliamo farlo partendo dal nostro lavoro di artisti, musicisti, attori, comunicatori, registri, animatori e celebrare così la Festa della Toscana, i suoi valori pacifisti, di uguaglianza e impegno che sempre più devono essere condivisi e promossi” dichiara Daniela Marretti, presidente dell’associazione culturale “Teatro Studio” e attrice dell’omonima compagnia teatrale.

E proprio la Festa della Toscana, in programma sabato prossimo, farà da cornice allo spettacolo inaugurale, intitolato “Che differenza fa?”, una rappresentazione sugli stereotipi di genere dedicata in particolar modo ai bambini, alcuni dei quali saranno protagonisti sul palco.

Tutti gli spettacoli sono ad ingresso gratuito, anche se è necessaria la prenotazione, dato che la sala dove si svolgerà la manifestazione, lo Spazio 72 di via Ugo Bassi, può accogliere un massimo di 60 persone.

Per prenotarsi, è sufficiente contattare i numeri 392.0686787, 349.7351977 o 349.2238342 oppure scrivere un’e-mail all’indirizzo teatrostudio@gmail.com.

“Di voce in voce..” è una manifestazione accolta e cofinanziata dalla Regione Toscana all’interno del bando di compartecipazione denominato “Una comunità: le mille voci della Toscana”, che punta a contribuire all’organizzazione di iniziative in occasione della Festa della Toscana 2013.

Oltre a questa rassegna, l’impegno del Teatro Studio si estende al teatro per bambini portato nelle scuole, sia come spettacolo di animazione che come laboratorio, e nella formazione di attori di tutte le età, oltre che all’impegno civile al fianco delle amministrazioni locali e al vasto mondo delle associazioni.

Ecco, nel dettaglio, il programma degli spettacoli della manifestazione:

  • Sabato 30 novembre – ore 16: inaugurazione e presentazione del progetto e della rassegna “Di voce in voce…”

Messa in scena dello spettacolo teatrale “Che differenza fa?”, dedicato ad un pubblico di bambini e genitori e in cui saliranno sul palco anche giovanissimo attori. Il dibattito sarà introdotto e mediato da Giuliana Gentili del Centro Donna di Grosseto.

Trama: gli stereotipi di genere, la pace, la guerra, convergenze e divergenze: un’occasione per analizzare le modalità di comportamento che ancora rendono parzialmente separati i generi femminile e maschile, rallentando il progresso della società e insidiando il quotidiano e dare voce ai genitori per un confronto che schiuda un modo nuovo di educare i propri figli e le proprie figlie.

  • Domenica 23 febbraio – ore 18.30: “Abissi clandestini”, spettacolo teatrale di danza e musica di e con l’attrice Irene Paoletti, la danzatrice Elisa Bartoli e il musicista-cantautore Emanuele Bocci.

Trama: tema dell’incontro, la denuncia e il dramma dei clandestini, del loro affacciarsi alle nostre vite, del nostro senso di impotenza, per dare voce al disagio e ai disagi che viviamo in Maremma come nel resto dell’Italia e del mondo, di fronte al tema dell’immigrazione

  • Venerdì 28 marzo – ore 11: “Donne”, monologhi e letture per le scuole superiori, con le attrici Daniela Marretti ed Enrica Pistolesi; testi di Luciana Bellini, Adriano Petta, Ascanio Celestini, Roddy Doyle. Dopo lo spettacolo è in programma un dibattito introdotto e mediato da Gabriella Lepri dell’associazione Olympia de Gouges di Grosseto.

Trama: un viaggio attraverso voci femminili, dall’antichità ad oggi: donne nella cultura contadina, donne nel lavoro, ieri come oggi, mentalità che scompaiono ed altre che tenacemente restano, producendo profondi conflitti nel presente. Un incontro per dare voce alle donne e agli uomini che vogliono denunciare la violenza di un “oggi, malato di passato”, per costruire insieme un futuro totalmente affrancato da mentalità e comportamenti aberrati e aberranti.

  • Domenica 18 maggio – ore 18.30: “Io questa storia ve la racconto”, lettura scenica e monologhi con musica dal vivo con Luca Pierini, Enrica Pistolesi, Massimo Pallini; testi di Luciano Bianciardi, Morbello Vergari e testimonianze dalla cronaca.

Trama: un lavoro ispirato alla tragedia della miniera di Ribolla, per dare voce ad un grande autore e alla sua profonda coscienza civile, Luciano Bianciardi, e ad un poeta contadino, Morbello Vergari, e alla sua saggezza popolare, forte di poesia, incanto e coscienza politica. Autori che sanno ancora dare voce a tematiche forti come quelle degli incidenti e dello sfruttamento sul lavoro mai veramente superati e oggi tornati angosciosamente alla ribalta.

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