A Grosseto è la stagione del teatro

al via la Stagione Teatrale con “La cantatrice calva”.
Il Teatro Studio in scena invece per “Racconti raccontati”.

di David Franchi

(dal sito della rivista on-line MaremmaNews – www.maremmanews.it)

Grosseto: Quasi incredibile l’apertura di due stagioni teatrali lo stesso giorno a Grosseto, ieri 18 novembre.
In ordine di tempo, la prima è “Racconti raccontati” del Teatro Studio, spettacolo pomeridiano della domenica, come s’usa nelle grandi città. Segue poi la sera, “La cantatrice calva” al Teatro degli Industri che apre ufficialmente la stagione teatrale di Grosseto, dopo che era saltata la prima di lunedì scorso con la Morante a causa del maltempo.
Straordinario che a Grosseto, città culturalmente sedata, ci siano ben due stagioni di teatro e sorprendente la coincidenza che aprano lo stesso giorno.
Lo spettacolo proposto dal Teatro Studio è una produzione in proprio. “Racconti raccontati” viaggia sulla linea del ricordo, per i testi di Luciana Bellini e la regia Mario Fraschetti. Ambientato nella campagna maremmana dei poderi della riforma agraria fra mezzadri e postini, fantasmi e fattori, lo spettacolo mette insieme racconti della Maremma più verace, quella che forse oggi non c’è nemmeno più.
La simpatica Argia (al secolo Luciana Tosti), figura storica della “commedia dell’arte maremmana”, fa da filo conduttore allo spettacolo. Daniela Marretti e Luca Pierini riempiono il palco con la loro fisicità prorompente, le musiche curate da Francesco Melani (che recita anche una storia) sono emozionanti, ma soprattutto c’è Enrica Pistolesi che si candida a raccogliere l’eredità di Argia. Pienone di pubblico nel piccolo Spazio72, ormai troppo stretto per contenere gli appassionati.
Per coloro che avessero voluto saziare la loro fame di teatro, in serata ha aperto anche la stagione del Comune di Grosseto. Discretamente partecipato lo spettacolo “La cantatrice calva”, il classico e opera prima di Ionesco. Una riedizione interessante al Teatro degli Industri, per la regia di regia di Massimo Castri, con la collaborazione di Marco Plini. Castri è regista cresciuto con l’avanguardia teatrale degli anni ’70 e ha vinto il Premio Ubu 2010. Tuttavia, questa messa in scena è molto tradizionale, seppur nel contesto del teatro dell’assurdo. In una scenografia meravigliosa in stile Art Nouveau, lo spettacolo è la storia, ormai nota, delle famiglie Smith e Martin che si incontrano a casa dei primi per un pomeriggio assieme. Aiutati dal Capitano dei Pompieri e da una cameriera, Smith e Martin giocano con le frasi fatte e i luoghi comuni della borghesia del tempo, quasi impazzendo in un crescendo di assurdità che esplode in un finale cacofonico. Quando debuttò nel 1950 a Parigi, al Théatre des Noctambules, La Cantatrice chauve, fece scandalo, che oggi è affievolito e quasi superato dalla realtà che purtroppo ci propinano televisione, cinema e giornali.
Ciò nonostante l’operazione risulta essere piacevole. Il pubblico ha applaudito anche a scena aperta per l’abilità degli attori nell’interpretare questo testo molto difficile e complesso, qui in una nuova traduzione di Gian Renzo Morteo. Sicuramente, ci vogliono attori con ottime capacità per interpretare i non-sense di Ionesco e i suoi intrighi verbali. E infatti, gli interpreti Mauro Malinverno, Valentina Banci, Fabio Mascagni, Elisa Cecilia Langone, Sara Zanobbio e Francesco Borchi, sono straordinari e molto bravi, non perdono una battuta, dando il giusto ritmo alla spettacolo, che riceve molti applausi.
Si rimane comunque stupiti del fatto che si possano fare due stagioni teatrali nello stesso giorno, che oltretutto riempiono le rispettive sale di un pubblico pagante, segno di una vitalità che ben stimolata potrebbe produrre molto di più.
Si aspetta quindi il prosieguo di queste stagioni e il supporto di chi di dovere, anche se si sa che “la cantatrice calva, si pettina sempre allo stesso modo”.

http://www.maremmanews.tv/it/index.php/notizie-locali/cultura-a-spettacolo-/24377-a-grosseto-e-la-stagione-del-teatro

 

 

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