Interpreti: Enrica Pistolesi, Luca Pierini, Mirio Tozzini, Daniela Marretti, Cosimo Postiglione, Stefano Stefani, Michela Pii

Drammaturgia e regia: Mario Fraschetti

Durata: 1h e 20’

« La guerra ha accompagnato il cammino dell’umanità come un morbo.

La Grande Guerra divorò una generazione di giovani uomini, dimezzò le capacità industriali di tante nazioni e, cento anni dopo, ben più di cento milioni di morti sono direttamente o indirettamente attribuibili a quella guerra: da lì sfociarono i totalitarismi e il mondo imboccò l’imbuto che lo condusse alla Seconda Guerra Mondiale. Quell’infernale carneficina avviò il suicidio dell’Europa, allora continente prospero e colto, e aprì le porte al secolo americano. Autodistruzione allo stato puro, su cui è il caso di ritornare con la memoria per riflettere (…) »

I combattenti, le loro sofferenze, le paure e le speranze, l’incoscienza e la stupida testardaggine degli alti comandi, IERI COME OGGI. Quei combattenti sono i nostri bisnonni, prozii e vicini di casa che non dobbiamo dimenticare, affinchè il futuro sia un domani di pace, affinchè si rafforzi in noi l’idea della necessità di trovare soluzioni differenti dalla guerra, per risolvere i conflitti. 

 

TRAILER “GUERRA INFINITA” – TEATRO CASTAGNOLI, SCANSANO (GR)

 

VIDEO INTEGRALE “GUERRA INFINITA” – TEATRO CASTAGNOLI, SCANSANO (GR)

«  LA GUERRA INFINITA »

 

Fonti letterarie : Andrea Rebora, « Morire nella Grande Guerra », Carlo Emilio Gadda, « K.Kraus » e « Racconti di Guerra », Andrea Latzko, « Racconti »

Andrea Rebora, storico e scrittore, scrive a proposito della drammaturgia di Mario Fraschetti:“Ho letto tutto d’un fiato il tuo testo teatrale e l’ho trovato davvero bellissimo, estremamente coinvolgente e soprattutto capace di condensare in alcune pagine tutta l’essenza della guerra con la drammatica esperienza dei combattenti, la violenza, la morte e le diverse reazioni individuali di fronte a tali realtà. Se davvero e indirettamente con il mio libro ho contribuito in minima parte alla genesi di questo lavoro ne sono orgoglioso  (…)”

NOTE DI REGIA

Nell’allestimento del Teatro Studio i linguaggi espressivi si rincorrono e tracciano due solchi paralleli: il realismo da una parte e il grottesco dall’altra, l’onirico e il reale.

Quadri frantumati, come la vita del protagonista, lenti, come lo scorrere di un tempo sospeso tra la vita e la morte, frenetici, come un campo di battaglia, conducono lo spettatore in un vortice di emozioni forti e contrastanti. Dialoghi naturalistici, situazioni surreali, comunicazione corporea e gestuale come lieve contrappunto al testo, dove trovano spazio aberrazioni espressive, in grado di cogliere le aberrazioni della storia.

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