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Teatro Pedagogico e Sociale Forum


 

“Ospiti”
Pulp opera
scritto e diretto da Mario Fraschetti

Molti valori si sono dissolti, ciò che è distrutto difficilmente si può ricostruire: una totale disgregazione, che riguarda anche il testo e la convenzione teatrale. Una vicenda che non ha un inizio o una fine; uno spaccato, assurdo come la realtà.
Il pubblico insieme agli attori, seduti nello stesso spazio; nessun reale coinvolgimento, né del pubblico, né degli attori, né delle donne e degli uomini che loro rappresentano: tutto sembra non riguardarci, eppure le cose cambiano, ci cambiano, possiamo solo illuderci che ciò che avviene non ci riguardi.
Come è tipico della scrittura di Mario Fraschetti e di certo suo teatro – riconducibile sicuramente alle atmosfere e ai contenuti “dell’antiteatro” beckettiano – ci troviamo di fronte ad un lavoro caratterizzato da un linguaggio asciutto e tagliente, dai toni comico-grotteschi, che mira ad emozionare, attingendo semplicemente al reale, che da solo aberra e deforma.
“Quando termina lo scontro, quando certe barriere sono state abbattute, il desiderio di vita, di valori, a volte, non è sufficiente a ricostruire quanto è andato distrutto o deformato: la violenza scatenata riecheggia sempre nella società”.

Interpreti Daniela Marretti, Enrica Pistolesi, Luca Pierini, Mirio Tozzini

DURATA: ’ CIRCA 80'

 


“RUMORI”
(liberamente ispirato al testo di E.Jonesco “Delirio a due”)

elaborazione del testo e regia di Mario Fraschetti
con Enrica Pistolesi e Daniela Marretti

Si tratta di un testo, a dialogo, costruito ispirandosi allo stile di “Delirio a due” di E. Jonesco. Il linguaggio è sulla stessa onda, ma il messaggio che ne deriva è strettamente legato al nostro tempo.
Due sorelle vivono, come la più parte della società, in un mondo “virtuale” - segnato fra l’altro dall’incapacità di trovare un piano vero di comunicazione – nell’illusione di poter tenere fuori gli orrori del mondo circostante.
Intorno a loro si succedono eventi terribili di cui si rendono conto, ma come se si trattasse di una copertina patinata di un giornale, come se veramente ciò non riguardasse loro: la realtà esterna non ha molto più valore della realtà della loro vita fatta di ripicche, rimpianti e televisione.
Un testo tirato, che potremmo definire “post-assurdo”, caratterizzato da spunti di comicità surreale: una sorta di ammonimento, di denuncia di ciò che di assurdo avviene nella realtà.

Esigenze tecniche spazio minimo 5x4

durata 35'


I due atti unici possono essere presentati separatamente o entrambi all'interno dello stesso spettacolo